La foresta pluviale copre gran parte del territorio liberiano e in particolare tutta la fascia costiera. Essa inizia compatta già a pochi chilometri dalla costa succedendo alle mangrovieche risalgono per buon tratto le foci fluviali. Notevolmente estese sono però le zone dove la foresta risulta degradata dall’uomo o quelle in cui trovano posto le piantagioni di caffè, di palma oleifera, di Hevea, di banani e ananas.Le essenze della foresta liberiana sono rappresentate da varie specie di mogano e da palme varie, tra cui la Raphia vinifera, che cresce però nelle zone degradate della foresta primaria. Tra le altre piante ricordiamo lo strofanto, il pepe, da cui la costa liberiana (Costa del Pepe) derivò il suo nome. Man mano che si risalgono le pendici che portano all’altopiano, la foresta sempreverde con alberi d’alto fusto e fitto sottobosco si addensa lungo i fiumi (foresta a galleria) inframezzandosi a formazioni di boscaglia ad alberi tropofili e cespugli e, più a nord, a distese di savana ad alberi radi dal fogliame caduco, con ricca copertura di erbe, verdi ed altissime durante le piogge, secche durante la stagione arida. Nelle zone più interne a boscaglia ed a savana vivono i grandi carnivori, come il leone, ed erbivori quali le gazzelle, le antilopi, le zebre, gli elefanti. Numerosi sono i felidi tra cui il serval ed il leopardo, molto frequente in tutta la Liberia, e le viverre, rappresentate in particolare dal linsango. La foresta è invece il regno delle scimmie: lo scimpanzé, il cercocebo dal collare, il babbuino, la proscimmia galagone. Nei fiumi sono numerosi gli ippopotami ed i coccodrilli, numerosi i serpenti e i loro secolari avversari, le manguste. Ricchissima è l’avifauna, rappresentata specialmente da nettarinie e da fagiani azzurri; vastissima la gamma degli insetti tra cui la pericolosa mosca tse-tse.
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“Masciago Primo è un piccolo borgo della Valcuvia di origini assai remote, sorto intorno ad una torre poi divenuta castello e alla sua antica chiesa parrocchiale dedicata a Sant’Agnese, la quale viene indicata come una delle più antiche esistenti nell’alta valle. I primi insediamenti nella zona sono testimoniati da rinvenimenti romani e la presenza di una torre di avvistamento e collegamento è compatibile con la struttura difensiva di età tardo romana del territorio del Lago Maggiore. Nella Valcuvia altomedioevale, le strutture urbanistiche civili e militari si integrarono con quelle di proprietà ecclesiastiche e monastiche che iniziarono ad organizzare ed utilizzare il territorio. L’analisi delle planimetrie catastali storiche ed attuali, permette di definire alcuni passaggi fondamentali dello sviluppo urbanistico del paese. In generale si osserva che fino al 1722 la parte urbanizzata del borgo si manteneva circoscritta all’ambito dell’attuale centro storico. Successivamente, negli anni compresi tra il 1722 e il 1859, si ampliava l’urbanizzato verso la periferia e venivano riempiti i vuoti presenti nel centro storico. A metà del XIX secolo, la comunità contava circa 250 anime. Tra il 1859 e il 1952 si ha uno sviluppo insediativo limitato, con la costruzione di pochi edifici, a cucitura del tessuto urbano compreso tra il centro storico e l’agglomerato urbano. Successiva a questa fase, a partire dagli anni ’60, si ha un’espansione edilizia diffusa lungo la direttrice principale della Strada Provinciale n. 11. Attualmente gran parte del territorio comunale è rimasto boscato e non è stato interessato da attività edilizia a meno di alcuni edifici rurali isolati” (Testo da: “MASCIAGO PRIMO IL PAESAGGIO, L’AMBIENTE E IL TERRITORIO” (settembre 2010))
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