Azzio (Aasc in dialetto locale) è un grazioso piccolo paese della Valcuvia a circa 400 metri di altitudine, nelle Prealpi Lombarde dell’Alto Varesotto, costruito nel suo nucleo storico su un poggio roccioso (“Grupél”) alle pendici del Campo dei Fiori, a pochi chilometri dal Lago Maggiore e non lontano dai valichi con la vicina Svizzera.
Non è attraversato da grandi corsi d’acqua, ma vi sono due torrenti, il Bulgherone e la Viganella, che non di rado in passato hanno causato inondazioni. Il Bulgherone và a gettarsi nel fiume di fondovalle, il Boesio mentre la Viganella và a gettarsi direttamente nel Lago Maggiore. Il Bulgherone, in particolare, genera spettacolari piccole cascate sulle rocce seminascoste a valle dell’abitato.
Oltre l’abitato principale, del quale sono ormai parte integrante anche terreni edificati fuori dal centro storico, che ancora in un passato non troppo lontano costituivano piccoli nuclei separati, fanno parte di Azzio le località di Molino Dolza, Mara, Umbera e una parte della frazione di Comacchio, condivisa con il vicino Comune di Cuvio.
In passato le strade per raggiungere Azzio si presentavano tortuose e strette, transitando spesso anche all’interno degli angusti centri storici dei vari paesi circostanti. Inoltre fino alla fine degli anni ’50 non erano asfaltate e si presentavano piene di buche, causando con il passaggio dei mezzi nugoli di polvere o pozze di fango e necessitando di continui rappezzi.
Dopo gli interventi di allargamento, rettifiche con varianti e bretelle e l’asfaltatura attuati tra il 1958 e il 1962 – in particolare le provinciali per Gemonio e per Orino-Caldana – nonché le realizzazioni più recenti come i nuovi tratti della statale, una buona rete di strade collega oggi il paese con le arterie principali, per itinerari diversi in parte su nuovi tracciati verso il capoluogo Varese, verso il Lago Maggiore a Laveno e Luino, con la vicina Confederazione Elvetica e con la rete autostradale.
A soli 3 km di distanza, a Gemonio, transita la linea ferroviaria Varese-Laveno, che permette il collegamento diretto con Milano, sebbene Azzio non sia più servito dalla “corriera” per la stazione da oltre trent’anni, mentre è tuttora attivo il servizio di autobus per Brinzio e Varese.
Ma diamo uno sguardo all’evoluzione della popolazione di Azzio.
Le prime notizie sulla consistenza degli abitanti si hanno nel 1592, quando in una visita del vescovo di Como si dichiarano 307 abitanti. Nel 1640 ne vengono conteggiati 268, scesi addirittura a 200 nel 1724, per poi risalire a circa 300 nel 1787 e superare i 500 abitanti a fine Ottocento. Dopo le riduzioni dovute all’emigrazione a cavallo tra XIX e XX secolo, la progressiva immigrazione da altre regioni d’Italia, la più recente da paesi extracomunitari e le nuove edificazioni residenziali che hanno richiamato abitanti da altri paesi, hanno portato a superare oggi gli 800 abitanti.
Azzio nacque probabilmente come borgo in epoca romana, come testimoniato dal ritrovamento di antichi reperti tra i quali tombe e monete sul territorio comunale. Le prime notizie scritte della Valcuvia risalgono tuttavia all’epoca medievale, facendo parte la valle del Contado del Seprio. Alla caduta di Castelseprio nel XIII secolo il Varesotto passò sotto il dominio del Ducato di Milano, dapprima con i Visconti e poi con gli Sforza.
In Valcuvia la famiglia Cotta mantenne il regime feudale per tre secoli. Con l’arrivo degli Spagnoli a metà del Cinquecento si assistette ad un progressivo deterioramento delle condizioni generali, fino a quando, nel primo Settecento, la Lombardia passò sotto la dominazione degli Austriaci. E proprio con Maria Teresa d’Austria fu disegnata la prima mappa catastale in cui compare Azzio.
Il paese era da secoli eretto a Comune. Sotto gli Asburgo si registra il primo tentativo di accorpamento di vari paesi, in considerazione del loro scarso numero di abitanti, ma Azzio oppone una cortese resistenza.
Negli stessi anni, saputo che l’ultimo Cotta senza eredi intendeva cedere il feudo, i Valcuviani tentarono con l’aiuto dei Della Porta di emanciparsi dal vincolo feudale per dipendere direttamente dal Demanio, ma invano: l’amministrazione imperiale pretese la cessione del feudo ai Borromeo Arese. Nel 1797 nacque la Repubblica Cisalpina napoleonica, che soppresse tutti i diritti feudali.
Con l’avvento di Napoleone vennero attuate le brevi annessioni di Azzio con Gemonio nel 1809 e poi con Cuvio nel 1812, ma al rientro degli Austriaci tutto tornò come prima.
Nella Prima Guerra d’Indipendenza del 1848 ad Azzio venne richiesto un notevole contributo in natura all’acquartieramento in Valcuvia di truppe austriache! Invece nella Seconda Guerra d’Indipendenza del 1859 si narra del coinvolgimento diretto del paese nelle vicende risorgimentali, quando Garibaldi, in procinto di attaccare la guarnigione austriaca di Laveno, accampò nei territori di Azzio e di Gemonio uno dei suoi tre reggimenti di Cacciatori delle Alpi, cui gli abitanti dovettero fornire cibi e strumenti di lavoro. Fallita però l’azione e inseguito dagli Austriaci, Garibaldi fece percorrere le più sicure strade alte della valle alle truppe in ritirata, che quindi ripassarono tutte anche da Azzio!
Nella seconda parte dell’Ottocento, ottenuta l’annessione lombarda al Piemonte e raggiunta l’Unità d’Italia nel 1861, verso la fine del secolo sotto la spinta della scarsità di risorse economiche disponibili alla popolazione, anche Azzio vide il progressivo incremento dell’emigrazione sia verso i Paesi europei sia verso le Americhe, fenomeno che si protrasse sino a tutti gli anni Venti del Novecento, di cui parleremo più avanti.
Nel XX secolo Azzio diede un considerevole tributo di sforzi e di vite umane nella I Guerra Mondiale sui fronti ai confini nord-orientali, ma anche in terre lontane come la Macedonia. L’avvento del Fascismo portò nel 1927 al distacco del territorio alto-varesotto e quindi anche della Valcuvia dalla provincia di Como e alla nascita della provincia di Varese.
Nello stesso anno venne attuato l’accorpamento di Azzio e di Orino nell’unico Comune di Orino-Azzio, con municipio a Orino e scuole in entrambi i paesi. L’esperienza bellica si ripetè più ampia con la Seconda Guerra Mondiale: molti Azziesi furono inviati a combattere, e in parte caduti o fatti prigionieri, in Africa, in Albania e Grecia e successivamente in Unione Sovietica.
Con la nascita della Repubblica, Azzio riacquistò la propria autonomia comunale nel 1956, riaprendo gli uffici comunali nello stesso stabile in cui erano rimaste le scuole. Nel 1963 si inaugurava il nuovo edificio municipale con annesse scuole elementari.