Forse in pochi, oggigiorno, ci chiediamo o ricordiamo, come era una volta l’istruzione dei nostri avi, nei secoli scorsi, soprattutto in Valcuvia, lontana dalla città e forse un po’ dimenticata.
Ma crediamo che sia di assoluto valore ricordare come era questa situazione nei secoli passati, per cui abbiamo deciso di darvi una visione rapida dell’evoluzione che ha subito nel corso dei secoli l’educazione dei nostri cari in questa preziosa valle, ma soprattutto in questa perla un po’ nascosta, qual è la nostra amata Azzio.
Nei secoli passati era la Chiesa a prendersi cura dell’istruzione. Lo testimoniano i resoconti delle visite dei vescovi di Como in carica nei vari periodi, che sollecitavano l’istituzione di una scuola e, più tardi, talvolta, definivano le modalità di attuazione. Se ne sarebbe dovuta occupare sempre la figura del cappellano di Azzio, ma sappiamo che nella seconda metà del ‘700 i frati del Convento tenevano una scuola di “leggere e scrivere” per il popolo.
L’istituzione di una scuola ufficiale è del 1811, ma vi saranno discussioni prolungate e scelte diverse nel tempo sull’insegnante cui attribuire l’incarico: religioso o laico? E di conseguenza su quale luogo adibire ad aula scolastica. Inoltre la scuola è unicamente maschile e solo dal 1836 sarà aperta una scuola femminile, ma con propria insegnante e rigorosamente separata.
Dopo l’Unità d’Italia del 1861 vedrà la luce la scuola comunale.
Nel 1879 nasce di fatto la scuola mista maschile-femminile, anche se nei primi anni soltanto “tollerata” dalle autorità. Solo nel 1884 però si arriva a realizzare un primo vero edificio scolastico, una piccola costruzione presso la frazione del Convento.
Nel 1887 viene fondato l’asilo infantile, intitolato alla Regina Margherita prima donatrice, anche se la palazzina ancora oggi dedicata all’infanzia sarà edificata solo nel 1912. Infatti negli ultimi decenni dell’800 le scuole e l’asilo vennero ospitati, insieme agli uffici municipali, nell’edificio comunale posto sotto la chiesa parrocchiale, che resisterà fino ai primi anni ’60.
Ma la piaga resta l’analfabetismo diffuso, anche quello di ritorno dopo i pochi anni passati sui banchi di scuola. Se nel 1861 in Lombardia rappresentava il 60% della popolazione dall’età scolastica in su, sicuramente nelle località rurali come Azzio raggiungeva una percentuale superiore. E nei decenni successivi l’incapacità di leggere e scrivere si mantenne molto diffusa e si prolungherà fino al ‘900.
Ancora negli anni ’10 molti bambini lasciavano la scuola alla fine della terza elementare, magari dopo ripetute bocciature. Un motivo ulteriore di abbandono era dato dal fatto che, per frequentare le ultime classi, occorreva recarsi al paese di Cuvio. Erano pochi coloro che, dopo la scuola primaria, frequentavano ancora le scuole, tra cui le “tecniche”, magari da privatisti presso insegnanti che abitavano nel circondario.
Nel decennio successivo la stragrande maggioranza dei bambini non va oltre la quinta elementare e, non di rado, viene respinta anche all’ultimo anno con l’approvazione dei genitori, che attendono solo il momento di poterli impiegare nelle attività di famiglia, prevalentemente nell’agricoltura.
Un numero esiguo prosegue gli studi, le poche ragazze non di rado negli istituti magistrali. Ancora negli anni ’40 del ‘900 si tratta di una minoranza, che dopo le medie dovrà comunque recarsi a Varese se vorrà frequentare le superiori.
La situazione cambierà soltanto nel dopoguerra e piuttosto lentamente. Dopo le scuole elementari molti frequentano le “commerciali” nella vicina frazione di Canonica di Cuvio, o altro istituto di avviamento al lavoro. Arrivano al diploma i primi periti, soprattutto nel campo tessile, mentre coloro che accedono all’università sono davvero ancora “mosche bianche”.
Verso la fine degli anni ’50 ha inizio presso i paesi vicini come Canonica e Gemonio il passaggio più frequente alle scuole medie che, in vista di arrivare al diploma, diviene massiccio con l’introduzione della scuola media unica nel 1963.
Nello stesso anno Azzio inaugura finalmente il nuovo edificio municipale, in cui si trovano anche le scuole elementari, intitolate a padre Reginaldo Giuliani e dove vi hanno ancora sede.
Nel corso degli anni sempre più numerosi sono i diplomati, mentre iniziano le iscrizioni diffuse alle università, dapprima basate unicamente su Milano. A partire dagli anni ’70 Como e Varese aprono le prime facoltà, allora emanazioni degli atenei milanesi. Ma nel 1998 sorgerà una nuova università completa di tutte le facoltà, chiamata dell’Insubria, facilitando l’accesso agli studenti delle aree circostanti. E così anche fra i ragazzi di Azzio vi sono coloro che arrivano alla laurea presso la sede universitaria varesina e altri che si sobbarcano il lungo viaggio in treno fino alle sedi di Milano.