La natura sa cibare l’anima, coinvolgerla, stimolarla. L’idea alla base del Cluster Isole, mare e cibo, all’interno del quale partecipano Saint Vincent e Grenadine, è proprio quella di “nutrire l’anima” attraverso i suoni, colori e odori tipici di questo paesaggio. Lo scroscio dell’acqua, lo scricchiolio della ghiaia, il battere sul legno accompagnano il visitatore in tutta la visita restituendo l’armonia che caratterizza queste terre.
“Mayotte, Dominica e Vanuatu, ognuna nel mezzo di oceani lontani, hanno differenti lingue, religioni e storie, ma condividono tutte una affettuosa e profonda relazione con la terra. Manghi, noci di cocco, banane, ananas, alberi di cacao, avocadi, tari, alberi del pane… Tutte queste piante crescono quasi davanti alle case di tutti – sembrano non avere importanza le risorse economiche delle persone – è la terra a offrire loro un grande sostegno e un senso di autosufficienza che è tutto, ma che è andato perso nei continenti più grandi. La pasta di corallo con la quale le donne di Mayotte proteggono i loro volti, le foglie di palma e bambù utilizzate per costruire le case, gli elaborati laplap a Vanuatu, i torrenti incontaminati che si possono bere e i pesci da Dominica, tutto dipende da un equilibrio molto delicato tra la cultura e la natura, che queste isole cercano di conservare. Non dimenticherò mai quel giorno a Vanuatu, quando insieme a un gruppo di abitanti dell’isola siamo salpati per un’isoletta deserta composta da cinque miglia di paludi di mangrovie. Le donne salivano su grovigli di rami scivolosi per raggiungere l’acqua pulita, senza fango, che avrebbero guadato per ore, cercando i molluschi con i piedi. Poi, hanno piegato e intrecciato delicatamente le foglie di palma per realizzare dei resistenti e bellissimi cesti dove mettere i molluschi. Dalla spiaggia, chiacchierando, bevendo dalle noci di cocco e arrostendo il pesce appena preso, tutti salutavano la piccola barca con foglie di palma come vele, che ondeggiava lentamente portata via dal vento”.