Busto Arsizio, Busto Bruciata.
Qualificativo strano per una Città, considerando che generalmente si tendono a dimenticare le esperienze negative. Perché mai fondare il futuro di una Città partendo da un evento del passato doloroso come un incendio? Forse per ricordare che Busto Arsizio è come una fenice… riesce sempre a risorgere dalle proprie ceneri.
Terra arida, terra battuta da soventi incendi, terra lontana dall’acqua, ma al centro del triangolo Milano – Castelseprio – Ticino, sembra che le sue origini si intreccino con la storia dei Celti, legandosi al nome del mitico condottiero Belloveso che intorno al 600 a.C. valicò le Alpi, sconfisse gli Etruschi, e prima di fondare Milano creò un piccolo “bustum”, un “insediamento” a cui tempo dopo venne aggiunto l’aggettivo arsizium per distinguerlo dagli altri “bustum” che nel frattempo erano sorti nelle vicinanze.
Penalizzata dal terreno arido e lisciviato, ha costruito la propria identità intrecciando trama e ordito, i fili della sua storia, crescendo lentamente ma costantemente dal Medioevo al Rinascimento. Ripresasi anche dopo la terribile pandemia di peste del XVII secolo che decimò la popolazione, con l’avvento della Rivoluzione Industriale divenne uno dei più importanti centri nazionali dell’industria cotoniera, guidata da imprenditori appassionati e lungimiranti, per fiorire nel XX secolo con l’avvento del Liberty bustocco, arte che trasformò il cemento in pura emozione.
Da piccolo locus quale nacque, 150 anni fa Busto Arsizio divenne una Città; oggi conta più di 81.000 abitanti ed è servita da due linee ferroviarie. Raggiungendo Busto Arsizio con il treno si potrà seguire uno dei tre percorsi culturali che attraversano l’abitato: “Arte sacra”, “Liberty” e “Punti di interesse”, che guideranno passo passo i visitatori alla scoperta del nostro vivace patrimonio storico, culturale e architettonico.
Dal Santuario di Santa Maria, il gioiello rinascimentale di ispirazione bramantesca dalla stupenda volta stellata, alla Chiesa di San Giovanni Battista in puro stile Barocco, passando dagli irripetibili farri battuti di Alessandro Mazzucotelli, l’artista-artigiano allievo nella fucina di Efesto che con ferro e fuoco forgiò l’animo della Città… e poi le ville, le torrette dalle eco leggendarie… e come dimenticare i vividi colori dei codici miniati custoditi nella Biblioteca Capitolare? Busto c’è… vieni a scoprirla!
F.P.