Tutti voi conoscete la Giöbia? È la strega dell’inverno che rappresentava le paure, o meglio: incarnava le più terribili paure degli antichi contadini come la paura di un cattivo raccolto, la paura della fame, la paura delle malattie dovute alla malnutrizione, la paura del freddo… Ma l’ultimo giovedì del mese di gennaio, nei giorni più freddi dell’anno, tutte queste paure venivano bruciate insieme alla Giöbia in un rito apotropaico collettivo foriero di tempi migliori.
Oggi questa tradizione continua ancora. Ogni anno la Giöbia cambia volto e ognuno brucia il suo fantoccio per rimarcare gli eventi più importanti dell’anno, in segno di denuncia – le cosiddette Giubiane dal sapore di pasquinate – e di speranza per l’avvenire.
Questa Giöbia dedicata ad Expo è molto particolare, anzi è decisamente geniale.
La Giöbia si veste da strega, e fin qui tutto normale… se non fosse che la pancia della strega è anche un mondo – il mondo che non dobbiamo avere paura di conosce, di scoprire, anche attraverso il cibo – e il mondo un panino simbolo del consumismo e di un mangiare troppo e male… così troppo e male da richiamare per antitesi quella fetta di pianeta come l’Africa, spezzata dal panino, che invece soffre ancora di denutrizione. A ricordarla ci sono però le sottili gambe della strega… sono loro che sorreggono il mondo dell’opulenza con le risorse naturali a cui attingiamo incessantemente, la forza lavoro a basso costo e il lavoro dei bambini.
Ai piedi della strega una luganiga. A ricordare che in fondo siamo tutti figli della stessa terra (per approfondire vedi articolo “Ricette dalla terra bustocca”).
La Giöbia Expo brucia… nutriamo il nostro pianeta!
F.P.