Carnago è il paese a due passi dal Centro Sportivo Milanello, storico centro di allenamento del Milan. Situato a 12 km da Varese, il nome sembra derivare da “carnuto”, in ricordo della tribù celtica dei carnuti che probabilmente si stanziarono nella zona molti anni fa. La sua storia è “custodita” dalla chiesa. Infatti, la comunità è legatissima alla Madonna dei Miracoli, il cui affresco è custodito nella Prepositurale di San Martino (dal 1620 Santuario della Madonna dei Miracoli).
Il 25 maggio 2013 il 141tour faceva tappa proprio qui alla scoperta dei suoi luoghi , delle persone e anche dei suoi “lati oscuri”. Infatti, più di un secolo fa il paese fu teatro di un terribile delitto che diede vita ad un processo show come quelli a cui capita di assistere oggi.
Il 28 ottobre 1888, furono assassinate Luigia Luraghi, 56 anni, perpetua del defunto parroco del paese, e la nipote di 13 anni, Elisabetta Luraghi. Furono trovate sgozzate, colpite con bastoni e con le molle per il fuoco: una strage in piena regola. Le indagini incolparono il fratello del defunto parroco, Luigi Camuzzi, e la moglie, Carolina Marzorati, considerata «la mente del delitto». La tragedia fu registrata in prima pagina su tutti i giornali. Se ne è riparlato qualche anno fa, nell’ambito di un’iniziativa promossa dall’Università popolare di Como.
Qui l’articolo scritto per il Corriere della Sera da Roberto Rotondo.
Ma Carnago non è solo questo. Avete presente Paolo Bonolis tra le nuvolette che in romanesco si muove con una tazzina del celebre caffè? La macchinetta “A modo mio” è made in Carnago. Così come la nuova Graziella, icona di intere generazioni italiane che uscivano dal periodo del boom economico. Per non dire poi di tutta la gamma dei passeggini della Chicco. Sono solo alcuni dei prodotti usciti dallo Studio Volpi che ha sede nel paese e rispecchia una realtà giovane, internazionale e dinamica.
“Ci sono tante realtà che si danno da fare in tante direzioni. Abbiamo perso la vocazione manifatturiera però rimangono nicchie di eccellenza. C’è un tessuto associativo molto forte e attivo. Il dualismo tra il paese e la frazione Rovate spinge a far sempre meglio– aveva dichiarato il sindaco Maurizio Andreoli– Gli abitanti sentono la concorrenza e si attivano. Abbiamo tanti servizi e il fiore all’occhiello è l’asilo nido comunale”.