In origine era Caronno Ghiringhello del Contado del Seprio: un piccolo borgo immerso fra i boschi delle colline fra l’Arno e l’Olona, le cui vicende più antiche furono strettamente legate all’importanza del caposaldo militare di Castelseprio.
Dopo la distruzione di quest’ultimo, Caronno appartenne al Ducato di Milano, subendo varie dominazioni: spagnola prima, quindi austriaca, poi francese con l’istituzione della Repubblica Cisalpina, di nuovo austriaca, fino alla caduta del Lombardo-Veneto.
La storia del paese è soprattutto storia di duro lavoro e vita difficile. É storia di un borgo posto ai margini delle principali vie di comunicazione, quindi dai commerci e dalle attività più “borghesi”, che doveva ricavare il necessario per la propria esistenza da una terra bella ma difficile ed avara in quanto ad estensioni coltivabili, che dunque non si è arricchito di grandi opere o strutture monumentali, a parte gli edifici religiosi identificabili oggi principalmente nella Chiesa Parrocchiale di S. Vincenzo, affrescata con opere del Morazzone e del Poloni, e nella Chiesa di S. Cristoforo.
La peste del 1600 pure a Caronno colpì in modo tragico la popolazione e ne resta il ricordo dell’antico lazzaretto in località Tivignana ed il cimitero oggi contrassegnato da una colonna in pietra sormontata da una croce in zona Baraggia.
Ma è anche storia di impegno e volontà nel trovare fonti di lavoro e sostentamento lontano dal paese, che ha dato origine a figure particolari quali il “pichitt” e ad attività, come quella del muratore o del capomastro, nelle quali i caronnesi di un tempo eccellevano.
Fra i personaggi il cui nome è legato al paese, spiccano Gerolamo Bianchi, garibaldino nel corpo dei Mille morto nella presa di Palermo, ed Ettore Albini, politico ed uomo di cultura perseguitato dal Fascismo, che ha lasciato alla Biblioteca Comunale una importante raccolta di testi.
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