Gavirate ha rischiato di rimanere senza paese gemello. Quella della partecipazione turca ad Expo2015 è infatti una storia tormentata.
La presenza della Turchia era rimasta in bilico nel febbraio 2014, quando il premier Erdogan aveva annunciato di voler dare forfait per via dell’appoggio dato dall’Italia a Dubai e non a Smirne per l’esposizione del 2020.
Poi – dopo un intenso lavoro diplomatico tra Farnesina, ambasciata italiana ad Ankara, Societa’ Expo 2015 e autorità turche – alla fine di agosto dell’anno scorso, la Turchia ha formalmente confermato la propria partecipazione all’Esposizione Universale.
Anche per questo contrattempo diplomatico, la realizzazione del padiglione è in ritardo sulla tabella di marcia.
Il padiglione turco si ispira alla gonna dei dervisci rotanti, i ballerini che praticano la “danza dell’estasi” o Samâc (in turco, Semà). Il tetto, in metallo, ha proprio la forma di una gonna allargata nella danza, e copre un’area di quasi 2900 metri quadri.
Spazi aperti e un’architettura ariosa caratterizzano il padiglione, che sarà su due piani.
Al primo piano il racconto della multicultura culinaria della Turchia e delle tecniche agricole tradizionali. Il secondo piano ospiterà un ristorante dove i visitatori potranno gustare molti cibi tipici. Ci saranno anche una sala Vip , un negozio di souvenir e chioschi interattivi touch screen con informazioni riguardanti la Turchia , l’agricoltura e la cultura alimentare in Turchia , ricette locali , liste di piante endemiche e informazioni per quanto riguarda le attività culturali e le opportunità turistiche.
Il padiglione è stato progettato dallo studio Global Office Of Architecture.
Per il contributo alle tematiche al centro dell’Expo, e per l’ampiezza del Padiglione che verrà edificato in un settore di alta visibilità, la Turchia, 16esima potenza economica del mondo, sarà uno dei protagonisti della prossima Esposizione universale.
Mariangela Gerletti