Mercoledì 4 febbraio 2015 ha compiuto il suo primo anno di vita il Comune di Maccagno con Pino e Veddasca. Con legge regionale numero 8 del 31 gennaio 2014, l’Ente che ha messo insieme quasi 2.600 abitanti e nato dalla fusione degli ex Comuni di Maccagno, Pino Lago Maggiore e Veddasca fu costituito martedì 4 febbraio 2014. Appena due mesi dopo il referendum consultivo che fu approvato dalla popolazione (sul filo di lana a Maccagno e Pino, a larghissima maggioranza a Veddasca), il Prefetto di Varese Giorgio Zanzi inviò quale primo commissario straordinario Pasqualina Ferra. Una situazione che durò fino alle elezioni del 25 maggio: ma quella è cronaca assai più recente.
E’ la storia a ricordarci come si tratti del secondo momento di riorganizzazione che ha interessato questo territorio negli ultimi ottantasei anni. Risale infatti al 23 dicembre 1927 quando fu pubblicata dalla Gazzetta Ufficiale la norma che aggregava al Comune di Maccagno superiore quelli di Maccagno inferiore, Campagnano, Garabiolo e Musignano.
L’aggettivo “superiore” rimase poi appiccicato a Maccagno ancora per un bel pezzo, fino al 1953, quando un provvedimento del presidente della Repubblica Luigi Einaudi pose fine alla questione.
Dal 1° gennaio 1928 “Cadero con Graglio” fu unito a Armio, Lozzo e Biegno dando vita al Comune di Veddasca. Solo Pino rimase sempre autonomo: un accadimento difficile da capire considerando la vicinanza dell’altrettanto piccolo Tronzano. Una scelta che si spiega con la presenza come villeggiante di un influente gerarca fascista, che fece in modo che quel vento di semplificazione amministrativa voluto fortemente da Benito Mussolini non toccasse quel paese a ridosso della Svizzera.
Quel che è certo, è che nei quasi 42 chilometri quadrati che oggi formano una sola entità amministrativa (secondo per estensione solo a Varese sui 139 Municipi che compongono la provincia), nemmeno un secolo fa si era costretti a transitare attraverso ben dieci Comuni diversissimi tra loro.