Allo storico, al cronista, al curioso alla ricerca di qualche clamorosa notizia si potrebbe dire che Malgesso non ha storia. Eppure, anche senza vantare nel suo passato fatti storici memorabili, è un paese antichissimo, le sue origini probabilmente risalgono alla preistoria, la cui tranquilla evoluzione riflette nella sua assoluta mancanza di eventi straordinari le più grandi vicende storiche. Senza nessuna pretesa scientifica, storica o culturale (anche se tutte le notizie raccolte sono tratte da fonti attendibili), queste pagine desiderano essere la testimonianza dell’affetto dei Malgessesi per il proprio paese, del loro desiderio di mantenere vivo il ricordo del passato, sempre ricco di esperienze umane e di tradizioni che rappresentano il vero patrimonio della storia.
Questo piccolo paese, così semplice, ha un nome di difficile interpretazione. Si legge,nel “Dizionario di toponomastica lombarda”dell’Olivieri, che la parola Malgesso viene dal latino “Malum cessum “ con significato di cattivo passaggio o luogo infido; altri lo fanno derivare da “malagens”, ma questo non sembra esatto poiché la gens di questo preciso luogo era la stessa di tutti i paesi intorno. Nel 1180 è segnalata l’esistenza di “Malgresso” nome derivato da “malum gressum” la cui traduzione “cattivo passo” riporta all’etimologia di cui sopra. Sembra così certo, oltre all’origine latina del nome, che qualcosa di difficile in questo sito effettivamente esisteva ed è probabile che fosse l’ambiente che al tempo dell’ipotetico battesimo (dominazione romana) era ancora paludoso nella parte più bassa e coperto per il resto di intricata foresta.
Appoggiato al pendio della collina di Bregano, Malgesso abbraccia il lago Maggiore e i monti che al di là dello stesso lago superano il confine d’Italia e si innalzano anche oltre i quattromila metri in territorio svizzero. Più vicino del lago e dei monti ci sono le dolci colline che chiudono l’anfiteatro morenico. La prima cosa da dire a chi non ha la fortuna di conoscere Malgesso è che bisogna scoprirlo perché, specie nella buona stagione è nascosto nel verde; bisogna entrarvi, percorrere quella sua strada principale, così ben tenuta e sempre pulita che, staccandosi dalla provinciale, sale fino alla piazza del Municipio e ridiscende dalla parte opposta offrendo lo spettacolo di tante casette curate, sempre ben ridipinte di fresco e di suggestivi scorci di bei panorami. Bisogna anche visitare tutte le frazioni con casette nuove, gli stabilimenti, il mulino, il fiume e anche i luoghi dove purtroppo esistono case abbandonate e cadenti. Non esistono grattacieli e neppure grandi condomini o villaggi turistici, non vi sono alberghi né grandi ristoranti. Al contrario, è un luogo dove una comunità vive e opera ricercando una tranquilla e serena felicità fatta di molto lavoro, di profondi sentimenti religiosi e familiari e di tanto amore per il proprio paese, per le sue case, i suoi boschi e il suo silenzio.
In passato Malgesso non aveva né la chiesa né il parroco e si divideva gli oggetti e il prete con Brebbia. Quando fu detto ai parrocchiani di andare a Brebbia a prendere il turibul,cioè il turibulo, gli abitanti non sapendo di cosa si parlasse, prepararono un carro coi buoi. Da allora gli abitanti sono soprannominati turibul.