“L’eredità nei raccolti” è il tema di partecipazione ad Expo dell’Oman, gemellato con Rancio Valcuvia nel progetto 141Expo.
L’Oman è situato in una delle zone più aride del pianeta. Con 3165 chilometri di coste lambite da terre aspre e montagnose e da deserti sferzati dal sole, il Sultanato di Oman ha dovuto affrontare enormi difficoltà per poter garantire una produzione di cibo che fosse sostenibile e sicura. A fronte di una costante scarsità di acqua, la corretta gestione e distribuzione delle risorse idriche è divenuta una priorità vitale.L’acqua è la chiave di volta del sistema agricolo, raccolti e bestiame dipendono da essa. Con risibili precipitazioni e limitate riserve sotterranee, il settore primario dipende ancora largamente dagli antichi sistemi di irrigazione, gli aflaj. Questi canali sfruttano la gravità terrestre per distribuire sapientemente e ritmicamente l’acqua dove e quando c’è bisogno. Cinque di questi canali sono stati riconosciuti dall’Unesco come Patrimonio dell’Umanità. In molti villaggi gli aflaj animano racconti e leggende, alimentano la prosperità e costituiscono il simbolo dell’antica ingegnosità.Il padiglione, che si sviluppa all’interno di un’area complessiva di 2790 metri quadri, racconta la cura con cui gli omaniti tutelano, gestiscono e custodiscono l’acqua, preziosa risorsa vitale. Il visitatore potrà assaggiare prodotti locali come miele, datteri e latte di cammello, e passeggiare all’interno del giardino suddiviso in tre spazi, a simboleggiare il sole, la sabbia, il mare.