I National day hanno portato sul palco di Expo le culture di tutto il mondo
Quando si passa in rassegna qualcosa e si “tirano le conclusioni” è perché inevitabilmente si è giunti alla fine. Sono stati sei mesi lunghi e importanti, divertenti e affollati; non solo di persone, 20 milioni gli spettatori che hanno visitato da maggio l’Esposizione milanese, ma anche di iniziative e proposte che hanno fatto riflettere e vivere le diverse culture.
Tra gli eventi del palinsesto proposto da Expo, i National Day hanno ricoperto un ruolo di particolare rilevanza. Organizzati nel giorno della Festa nazionale o di una ricorrenza significativa per le tradizioni dei singoli Paesi partecipanti, i National Day si sono susseguiti durante tutto il periodo dell’Esposizione Universale presentando il lato più profondo della cultura e della tradizione. Nei sei mesi della manifestazione le Giornate nazionali sono stati un motivo di condivisione delle capacità degli Stati di far fronte alle necessità alimentari, ma anche confronto e sviluppo strategico sulle tematiche di interesse locale e globale. L’intensificazione delle politiche internazionali, il riconoscimento dei diritti umani e il rafforzamento dei rapporti commerciali internazionali si sono intrecciati alla presentazione degli aspetti più tradizionali, dai quali è emerso lo spirito folcloristico degli stessi paesi.
Ad avere aperto una lunga serie di festeggiamenti protrattasi sino ad ottobre, era stato il 3 maggio il Turkmenistan, con gli inni nazionali, la cerimonia dell’alzabandiera e i saluti alle autorità che hanno poi costituito il rituale studiato per ogni giornata nazionale fino all’ultima, quella della Guinea Equatoriale il 29 ottobre 2015.
Quello che ogni giorno, tanto più se nazionale, non è mai mancato è stato colore, sorrisi ed allegria. Voglia di vivere e condividere aspetti universali, ognuno però portatore delle proprie tradizioni e della propria cultura. Un modo per fare riscoprire, e molto spesso scoprire per la prima volta, una realtà magari lontana e molto diversa dalla propria; per farla apprezzare nonostante le diversità e darle valore. Non solo per un futuro migliore per ogni paese, ma per noi tutti: perché il mondo possa crescere e non smettere mai di imparare da qualsiasi piccolo gesto, persona e cultura che lo compone.



